Durata: 3,5 h /Difficoltà: media
Foresta Umbra, Coppa D’Antonio, Piscina Bianca, Carpino
Accessi:
Foresta Umbra (S.S.528, km.22); Carpino (strada Carpino S.S. 528).
Cartografia di riferimento:
Carta I.G.M. 1:25.000 – Foglio 156 I SE – ISCHITELLA; Foglio 157 IV SO, VICO del GARGANO e Foglio 157 III NO – FORESTA UMBRA. Carta I.G.M. 1:50.000 – Foglio 384 VICO del GARGANO.
L’itinerario si snoda per lo più tra belle cerrete, qualche ceduo di carpino e l’interessante Bosco di Ischitella ove si ritrovano, inclusi fra fustaie di cerro e farnetto, boschi secolari di faggio che vegetano alle quote più basse a livello appenninico e nazionale (faggete depresse). L’ultimo tratto decorre fra pascoli e oliveti con una splendida visuale su Carpino e sul Lago di Varano. Possibilità di raccordo con l’itinerario n.1 dalla Piscina di Don Sante o dopo la Masseria Maratea. Rifornirsi di acqua alla partenza.
DESCRIZIONE PERCORSO
Nei pressi degli Uffici dell’Amministrazione forestale di Umbra, a sinistra di un insediamento dell’Aviazione Militare, al km.22 si diparte una strada, inizialmente asfaltata, in direzione Monte Giovannicchio. Superato questo, dopo circa un chilometro e mezzo, occorre deviare a destra e, più avanti, proseguire in obliquo a sinistra.
Si supera la recinzione che delimita la proprietà demaniale e sempre su carrareccia si giunge in uno spiazzo ove sono una piscina e due grosse querce. Dal piazzale si dipartono tre strade: una sulla sinistra vicino alla roverella che scende verso la Masseria Maratea, una seconda vicino alla pianta di cerro sale in direzione della Masseria Rusca, l’altra prosegue invece verso Tuppo dei Giardini.
Ad un successivo bivio (Piscina di Don Sante) occorre piegare a sinistra mentre se si prosegue dritti, dopo breve tratto ci si innesta sull’itinerario n.1 che conduce a Vico del Gargano.
Il sentiero prosegue dapprima in quota poi discende piuttosto velocemente fino ad incontrare una “piscina” posta in prossimità di Casa Folicara.
Da qui si dipartono diverse strade: va seguita quella in direzione sud che aggira la “piscina”, supera un alveo torrentizio e procede ripida fino alla Torretta forestale che si raggiunge per mezzo di una strada forestale.
Dopo la torre il sentiero si snoda in quota e ad un bivio si prende a sinistra, costeggiando una recinzione di filo spinato fino ad arrivare ad uno spiazzo, nel quale si incrociano due strade, di cui una privata che, come indicato dal cartello, porta fino alla Piscina Marchese.
Procedendo per questa strada si arriva fino a Coppa dei Tre Confini, da cui passando per Monte d’Jorio e Case Gippone si raggiunge Piscina Bianca. Dalla “piscina” si ritrova la mulattiera che porterà fino a Carpino.
IL PAESAGGIO
All’inizio dell’itinerario si incontrano alcuni rimboschimenti effettuati dall’Amministrazione forestale. Seguono poi formazioni naturali di cerro e pascoli cespugliati. In uno di questi, invaso da rovi, vi è la Piscina d’Antonio, utilizzata per l’abbeveraggio del bestiame.
Si ritorna nelle formazioni naturali di cerro con un esempio di giovane fustaia molto densa. Superata un’aia carbonile il sentiero digrada rapidamente di quota fino ai limiti del complesso demaniale, ove prosegue per zone a pascolo, invase in parte da rovi e felci.
Sulla destra sono visibili Vico del Gargano, Monte Grande e Ischitella.
Una volta superato un vasto spiazzo l’itinerario prosegue fra un alternarsi di boschi di cerro, acero, carpino e felceti ricchi anche di ginestre, eriche, rovi, pruni, ecc. A questi consorzi misti succede quindi un ceduo di carpino molto denso con sottobosco di specie tolleranti l’ombra.
Sempre camminando in bosco si giunge alla Piscina Folicara, nei pressi della quale si può notare un’ampia e profonda dolina e alcune grosse piante di castagno che un tempo servivano alle vicine masserie per la roccolta dei frutti.
Risalendo il versante Nord-Est di Poggio Carrettino è interessante osservare come la successione della vegetazione forestale sia condizionata dall’esposizione che determina microclimi differenti per cui in basso lungo i fossi del Vallone Grande (a 350 m.s.l.m.) si ritrovano grossi esemplari di faggio a cui si sostituiscono, salendo di quota, specie meno esigenti in fatto di umidità (cerro, farnetto e carpino).
Oltre ad un inversione altimetrica degli orizzonti vegetazionali, assume notevole importanza la presenza del faggio a quote molto basse fino a raggiungere il limite inferiore di soli 270 m.s.l.m. E’ oltremodo suggestivo il gioco di luci ed ombre creato dai raggi del sole nella chioma di questa latifoglia che offre una variegata gamma di colori a seconda delle stagioni.
Nei pressi della torre forestale ritorna la fustaia di cerro e farnetto mentre la faggeta si ritrova lungo la strada per Coppa delle Rose.
Nel tratto finale si attraversano cedui di quercia, di carpino e pascoli, mentre estesi oliveti annunciano l’arrivo a Carpino.