Durata: 2h /Difficoltà: facile
S.S.528 (Km.14+450, Il Parchetto), Monte Stregone, Monte Pucci, S.S.89 (Km 81+300)
Accessi:
S.S.528; S.S.89.
Cartografia di riferimento:
Carta I.G.M. 1:25.000 – Foglio 157 IV SO – VICO DEL GARGANO e Foglio 157 IV NO – PESCHICI. Carta I.G.M. 1:50.000 – Foglio 384 VICO DEL GARGANO.
Itinerario di accesso alla costa, che decorre in cresta, tutto allo scoperto. Rappresentativo delle situazioni di maggior degrado delle pinete, determinato dal fuoco e dal pascolamento caprino. Bei panorami sulla costa con possibilità di scorgere, in condizioni di buona visibilità, le Isole Tremiti e Pianosa, nonché alcune isole jugoslave (Isole Pelagose).
DESCRIZIONE PERCORSO
Provenendo dalla Foresta Umbra, in una curva al punto in cui si interrompe il bosco di cerro, da destra ha inizio l’itinerario che decorre su strada bianca e si mantiene sul crinale di una dorsale interposta fra Vico del Gargano e Peschici.
Non ci sono grosse difficoltà nell’individuare il percorso, purché ci si mantenga sulla carrareccia che decorre rettilinea e si trascurino tutte le possibili deviazioni. Il tratto che ha inizio prima di Monte Pucci, pur non essendo riportato sulla cartografia I.G.M., è rappresentato da una comoda strada di servizio forestale. Questa è anche indicata sulla statale 89 all’altezza del Km.81+300, dove fa da sentinella un carrubo contorto.
IL PAESAGGIO
All’inizio del percorso si ha un’ampia vista panoramica sulla valle Santiago e l’abitato di Vico del Gargano a sinistra, mentre a destra si notano Peschici e, sullo sfondo, il mare.
La zona attraversata era un tempo ricoperta da estesi boschi di pino d’Aleppo, per la gran parte distrutti dal fuoco; lembi di pinete adulte insieme a querceti misti si ritrovano nella valle che decorre a destra. Un grave limite alla ricostituzione di queste pinete è ora rappresentato dal pascolamento: nonostante la presenza di recinzioni e di divieti, le giovani piante di pino risultano gravemente danneggiate dal morso delle capre.
Sul territorio si notano masserie sparse, ampie superfici incolte, in parte rimboschite negli ultimi anni, e modesti appezzamenti a coltura specializzata (soprattutto vite). L’olivo si osserva sulle pendici sottostanti l’abitato di Vico, in ossequio ad una tipologia ricorrente nel paesaggio del Gargano, con oliveti che cingono a corona le dimore urbane.
Nel procedere lungo questo itinerario si incontreranno dapprima piccoli boschi cedui di leccio misti a roverella con ricca presenza di ginestra odorosa, poi una fustaia di pino d’Aleppo mista a leccio e roverella e numerose piante di marruca al margine della strada. Un ambiente segnato dagli effetti distruttivi del passaggio del fuoco ritorna su Monte Stregone, ricoperto da una fitta macchia di cisti, lentisco, fillirea e giovani piante di pino e di leccio.
Nel tratto prossimo alla costa, cioè da Monte Pucci verso la statale, ricompaiono le pinete adulte. Queste, in alcuni punti, presentano abbondante rinnovazione, in altri divenne consistente la presenza del leccio, relegato per lo più nel piano inferiore del bosco. Le pinete un tempo rappresentavano un’importante fonte di reddito grazie anche all’attività estrattiva della resina; i segni di questa attività si rinvengono su molte piante di maggiori dimensioni diametriche e sono rappresentati da una o più incisioni profonde praticate nella basale dei fusti.
Il tratto costiero si presenta fra i più aspri e suggestivi del Gargano, essendo rappresentato da profonde insenature circondate da ripide scogliere.
In località Torre di monte Pucci può ammirarsi una fra le più interessanti piante endemiche del promontorio: la Campanula garganica.