Durata: varia /Difficoltà: facile
Strada San Marco in Lamis/Cagnano Varano (Carpino) bivio Coppa L’Arena
1° variante: bivio Coppa L’Arena Monenero Piana di Montenero C. Paglione
2° variante Bivio Coppa L’Arena Monte Castellana San Giovanni Rotondo
Accessi:
Strada San Marco il Lamis/Cagnano Varano; San Giovanni Rotondo.
Cartografia di riferimento:
Carta I.G.M.I 1:25.000 – Foglio 156 III SE, San Marco in Lamis; Foglio 156 II SO, San Giovanni
Rotondo. Carta I.G.M.I 1:50.000 – Foglio 397, Manfredonia.
Itinerari molto panoramici percorribili anche con mezzi motorizzati, in parte su strada asfaltata. Nella piana di Montenero è diffusa la presenza di fenomeni di carsismo superficiale. É possibile compiere la visita all’abitato di San Giovanni Rotondo, paese in cui visse e operò Padre Pio, che attualmente, oltre a ospitare uno dei più importanti centri ospedalieri della Regione, è mèta di pellegrinaggio di folte schiere di fedeli.
DESCRIZIONE PERCORSO
Il percorso prevede l’accesso dalla strada che da San Marco in Lamis conduce a Cagnano Varano; lungo questa, a quota 783 m s.l.m., all’altezza di un’area attrezzata per pic-nic, si prende a destra una strada asfaltata. Si sale compiendo alcuni ripidi tornanti fino all’altopiano di Coppa L’Arena. Giunti in prossimità di alcuni ripetitori deviare a sinistra su carrareccia, e superare un cancelletto in legno che delimita l’ingresso ad un esteso rimboschimento. Proseguire in leggera salita fino ad incrociare una strada che, presa a destra permette di raggiungere l’abitato di San Giovanni Rotondo, mentre a sinistra ritorna sulla strada San Marco in Lamis/Cagnano Varano, nei pressi di C.Papaglione. Prima di iniziare il percorso, o raggiunta C.Papaglione, è consigliabile una visita alla Grotta di Montenero.
IL PAESAGGIO
L’inizio dell’Itinerario decorre al margine di una densa cerreta in conversione; al cerro si consociano principalmente piante di carpino nero e acero opalo. Man mano che si sale di quota la visuale si apre a Nord-Ovest. Grosse soluzioni di continuità nella copertura forestale sono rappresentate da radure pascolate da bovini. Si tratta anche in questo caso di un bosco ceduo di cerro misto a carpini ed aceri. Nel complesso le pendici si presentano piuttosto acclivi e ricoperte da una fitta vegetazione forestale; evidentemente la morfologia molto accidentata ha impedito l’esercizio del pascolo, bovino. Le radure sono invece a morfologia più dolce, perché ricadono nelle zone sommitali di altopiano. Sempre in direzione Nord-Ovest all’orizzonte si osservano le pendici sulla cui sommità è posto l’abitato di Rignano Garganico (non visibile). Esse si presentano prive di vegetazione arborea ed arbustiva, con estesi affioramenti rocciosi ed una fitta rete di muretti a secco che, non a caso, contraddistinguono le zone maggiormente degradate dal pascolo. Negli impluvi, dove si ha un maggior accumulo di terreno, si trovano invece i seminativi. Superato il bosco si attraversa un ambiente aperto e degradato dal pascolo, con diffusa presenza di doline invase da felceti. La depressione carsica per buona parte è stata recintata e rimboschita con cipresso dell’Arizona, cipresso macrocarpo, pino bruzio e pino nero. Lo sviluppo delle piantine è fortemente condizionato dal pascolamento, tuttora attivo nonostante la presenza di una chiudenda. Si tratta di un tipico esempio di aperto conflitto fra attività pastorale e forestale, che vanifica molti degli interventi pubblici compiuti nel Gargano nel settore della forestazione. A sud ampio panorama sugli ultimi contrafforti del promontorio che digradano verso il Tavoliere, con il suo tipico paesaggio agrario caratterizzato da appezzamenti di forma geometrica e di colore differente a seconda della coltura in atto. Più avanti, lungo l’itinerario, è possibile osservare dall’alto il Pantano di Sant’Egidio, ridotto ormai ad una modesta vasca perché prosciugato fin dal secolo scorso: esso è l’unico esempio di bacino carsico rinvenibile nel Gargano. Sullo sfondo è visibile l’abitato di Monte Sant’Angelo.
1° variante: procedendo verso la sommità di Montenero (secondo rilievo più alto del promontorio), si ha uno splendido panorama su Rignano e Cagnano Varano. Le doline rinvenibili nei pressi sono state rimboschite con pino nero, mentre un tempo venivano coltivate. La strada discende in direzione del Lago di Varano con panorama sul versante Sud-Ovest di Monte Calvo, quasi privo di boschi, e sull’altopiano carsico delle Chiancate, ricco di doline e con lembi sparsi di radi boschetti di cerro e roverella. In alcune doline rinvenibili lungo il percorso è interessante notare la presenza del pioppo tremulo, pianta indicatrice di un microambiente più umido.
A sinistra si costeggiano poi alcuni cedui di cerro, mentre a destra si possono osservare le numerose doline che punteggiano la Piana di Montenero. Nelle giornate più limpide si possono scorgere all’orizzonte le Isole Tremiti.
2° variante: al bivio prendendo a destra, si procede fra pascoli ricoperti da una rada e stentata copertura di roverella in forma arbustiva. I rimboschimenti di pino nero si sono affermati soprattutto nelle vallecole delle zone sommitali. Buona visuale su San Giovanni Rotondo e sull’altopiano circostante (che digrada verso il Tavoliere), intensamente coltivato con seminativi, oliveti etc., ricco di insediamenti sparsi e con presenza di alcune cave in esercizio. La pendice di Coppa L’Arena, denominata Vallescura, è ricoperta da un ceduo degradato di roverella misto a carpino ed orniello e coniferato con cipresso comune, cipresso dell’Arizona, pino d’Aleppo e pino nero alle quote inferiori. La vista panoramica si affaccia sul complesso ospedaliero, a cui si giunge procedendo su comoda rotabile, sorto per iniziativa di Padre Pio da Pietralcina intorno al piccolo convento che aveva accolto il cappuccino. Nella cripta della chiesa, eretta sul piazzale antistante l’ospedale, si conservano le spoglie di Padre Pio.