Durata: varia /Difficoltà: media
S.S.89 (Km 123+150) Femminamorta bivio S. Salvatore Monte Peloso Vieste (Hotel Pizzomunno)
Accessi:
S.S.89; S.p. Mattinata/Vieste
Cartografia di riferimento:
Carta I.G.M. 1:25.000 – Foglio 157 III NE – Testa del Gargano; Foglio 157 IV SE, Vieste. Carta I.G.M.I 1:50.000 – Foglio 398, Mattinata, Foglio 385, Vieste.
Agevole itinerario che decorre tutto allo scoperto, percorribile anche con mezzi fuoristrada. A tratti molto panoramico con buona veduta sul mare e Vieste. Nessuna possibilità di rifornirsi di acqua potabile lungo il percorso. Una variante prevede il raccordo con l’itinerario n.7 bis per S. Salvatore.
DESCRIZIONE PERCORSO
Il percorso ha inizio al km 123+150 della S.S.89, nei pressi di una masseria dall’aspetto dimesso (fermata autobus fra il km 123 e il km 122, in prossimità di una casa cantoniera recante l’indicazione del km 123,490). Da qui si diparte in salita una strada sferrata che lascia sulla sinistra un casolare con camino caratteristico ed offre una buona veduta sul mare.
Dopo la Piscina Romanello, superato un dosso, mantenersi sempre a sinistra; alla successiva deviazione svoltare a destra (se si prosegue diritti ci si ricongiunge con lo stesso percorso poco prima di giungere al bivio S. Salvatore).
Aggirato il versante Sud-Est di Monte Peloso, ad un bivio occorre piegare a sinistra fino ad immettersi su una strada asfaltata più larga che conduce all’abitato di Vieste (trascurare sulla sinistra una deviazione che porta alla cava di pietra). Dopo aver percorso circa 1 Km si giunge sulla statale costiera.
Chi comincia l’itinerario da Vieste, una volta uscito dall’abitato, deve prendere la litoranea (direzione Mattinata) e dopo l’Hotel Pizzomunno svoltare a destra per la S.S.89; dopo una curva svoltare a sinistra al bivio e superare sulla destra prima la scuola alberghiera e poi una strada bianca in leggera salita che attraversa un oliveto. Di fronte, sul promontorio, è visibile una pineta adulta di pino d’Aleppo in parte distrutta dal fuoco.
IL PAESAGGIO
In questo itinerario risalta con molta evidenza come la copertura forestale, a causa di un’azione antropica negativa, abbia perso la sua originaria continuità. Lembi di bosco sono rimasti soltanto nel fondo degli avvallamenti perché qui, nonostante il perdurare dei fattori di degrado (rappresentati soprattutto da incendi e pascolamento), si riscontrano condizioni micro-stazionali più favorevoli allo sviluppo della vegetazione forestale.
La notevole rarefazione del mantello forestale è imputabile al taglio delle piante per ampliare la superficie dei pascoli e ai ripetuti incendi. A testimonianza del primitivo bosco restano grossi esemplari di cerro, acero campestre, leccio e carpino disseminati nei pascoli attraversati dall’itinerario. Scendono di quota ed avvicinandosi alla costa, cambia progressivamente la fisionomia della vegetazione naturale ed anche l’uso del suolo.
Le propaggini superiori di leccete pure e miste a pino d’Aleppo, che ammantano le pendici delle colline circostanti, sono il chiaro segno di un ambiente più caldo e arido. I cedui di leccio che si osservano lungo il percorso sono molto degradati dal ripetuto passaggio del fuoco, e in alcuni casi hanno lasciato il posto ad una gariga a cisti.
Il sovra-pascolamento è denunciato dalla diffusa presenza di ginepro comune e di euforbia.
La coltura dell’olivo e quella del mandorlo, un tempo più estesa, permane ora solo nel tratto più prossimo alla costa perché facilmente raggiungibile dall’abitato di Vieste; gli oliveti situati a maggiore distanza dall’abitato, in zone marginali, sono stati in gran parte abbandonati.
In prossimità della costa, sulle pendici più acclivi, sopravvivono boschetti di pino d’Aleppo scampati agli incendi che, negli anni più recenti, hanno interessato vaste superfici.
Dalla S.S.89 gli itinerari di accesso alla costa presentano una tipologia comune data dalla sequenza di pascolo arborato e bosco negli avvallamenti delle aree interne, pascoli nudi, macchia arborata e coltivi abbandonati nella fascia intermedia, oliveti, pinete e pascoli nel tratto prospici